IL GAZZETTINO DI PADOVA – Welfare aziendale: aziende e dipendenti si aiutano a vicenda



IL WELFARE AZIENDALE È CRESCIUTO DEL 40% FRA GLI ARTIGIANI. LE DITTE OFFRONO SERVIZI O VOUCHER AI DIPENDENTI FINO A MILLE EURO. TIZIANA PETTENUZZO DI CONFARTIGIANATO: “QUESTO È RISPETTO PER IL VALORE LAVORO”

 

Padova – C’è stato un modo con cui aziende e dipendenti si sono “tenuti insieme” durante l’anno durissimo della pandemia aiutandosi a vicenda. Ed è l’impiego del welfare aziendale che è stato messo in pratica soprattutto nelle piccole aziende artigiane. Come potremmo definirlo? Una mutua assistenza. E senza andare troppo per il sottile chiarire che è finito il tempo del panettone a Natale, ora si danno altri riconoscimenti, buoni per la palestra, o per i libri del figlio. Che sono “scontabili” dalla ditta.  In termini più tecnici è “l’insieme delle iniziative, dei beni e dei servizi che un’impresa mette a disposizione del dipendente come sostegno al reddito per accrescere il potere di spesa, ma anche la salute e il benessere del proprio collaboratore“.

I NUMERI

È accaduto dunque che questo sistema sia stato usato come argine contro l’instabilità economica e sociale connessa al Codid-19. Secondo i dati forniti da welfare Insieme, hub di Confartigianato dedicata al welfare, nel 2020 si è registrato nella nostra provincia un incremento del 40% dei contratti stipulati. Migliaia di lavoratori hanno usufruito di un credito welfare , ottenuto in base a piani aziendali che hanno consentito una spesa media per lavoratore di 650 Euro.

La maggioranza delle imprese artigiane che hanno scelto il welfare appartiene al comparto manifatturiero, in prevalenza si tratta di aziende metalmeccaniche. “Gli imprenditori scelgono il welfare aziendale, consapevoli che che la transizione economica passa anche attraverso modelli organizzativi diversi e sistemi di premialità innovativi – spiega Tiziana Pettenuzzo segretario generale di Confartigianato Imprese Padova – Ma ora aspettiamo un segnale forte dal nuovo governo in questa direzione. La partita è ancora aperta, visto il valore e le potenzialità di impatto sulla mobilità e sul sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti, sempre più partecipi nel creare valore per le imprese”.

L’appello nasce da una consapevolezza: il welfare può diventare uno strumento strategico per fidelizzare, motivare, alzare il livello delle competenze, introdurre sistemi di valutazioni meritocratici, responsabilizzare il personale alla cultura del risultato. “La pandemia ha messo in risalto la necessità di mettere in campo azioni strutturali per il lavoro che cambia, nuove competenze, in particolare digitali – continua Pettenuzzo – I piani di welfare che stiamo siglando invece vanno a soddisfare quelle aspettative che riguardano la salute , la cura della propria persona e della famiglia, la formazione dei figli, uno stile di vita sostenibile, che preveda la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

LA FILOSOFIA

“Il mondo dell’artigianato crede nel fattore welfare perché esso pone al centro la persona e la sua famiglia, perché permette di gestire le crisi economiche con gli strumenti della solidarietà e non con i licenziamenti, perché privilegia la partecipazione e alla politica del salario risponde con un politiche di crescita legate al merito. Tutto questo va a ridurre il turn-over, motiva il personale – spiega Pettenuzzo – e costituisce un elemento attrattivo anche verso le piccole imprese che, ogni giorno, lanciano appelli per la ricerca di personale qualificato e capace di cogliere la sfida dell’innovazione”.

Avere cura di sé, della propria azienda, della natura, significa anche avere rispetto delle istituzioni, fare sindacato, tutelare. Questo è il nostro compito come corpo intermedio, come organizzazioni datoriali, e anche la nostra sfida per il futuro”.

 

“Con l’incentivo in welfare meno assenze in produzione”

LE AZIENDE STANNO SFRUTTANDO AL MEGLIO IL WELFARE AZIENDALE APPLICANDO GLI INCENTIVI AL MIGLIORAMENTO DELLE PRODUTTIVITÀ MA ANCHE DEL BENESSERE DEI LAVORATORI. DUE TESTIMONIANZE

 

Padova – L’obiettivo del welfare aziendale è diffondere il benessere nei luoghi di lavoro e migliorare il clima aziendale, favorendo così la produttività dell’impresa. L’azienda, inoltre, erogando bonus e servizi ai lavoratori, può usufruire di sgravi fiscali. Per fare alcuni esempi di welfare aziendale, possiamo citare i buoni per lo shopping, la spesa alimentare o il carburante, i rimborsi per le spese sanitarie, il pagamenti dei costi scolastici per i figli (mense, libri, tasse universitarie) gli abbonamenti alle palestre o il pagamento dell’asilo nido. Il mondo dell’artigianato è attivo da alcuni anni nel settore del welfare, tanto che in seno a Confartigianato è nata Welfare Insieme, per rafforzare un obiettivo da sempre fondamentale per l’associazione: mettere al primo posto i bisogni delle persone, delle famiglie e dei territori.

NELLA MECCANICA

La OMD di Montagnana ha attivato un piano welfare nei mesi scorsi: ” Uno degli aspetti fondamentali di questo strumento è permettere di conciliare vita e lavoro perché è importante stare bene in azienda – spiega Sofia Dall’Aglio, socia dell’impresa che opera nel settore delle lavorazioni meccaniche di precisione – Abbiamo valutato quali potevano essere gli argomenti e le modalità di attivazione di un progetto di welfare che coinvolgesse il più possibile i dipendenti, perché siamo convinti che rappresenti un incentivo per i lavoratori. Non si tratta solo di raggiungere un premio economico stabilito, ma di cogliere un obiettivo importante: l’accrescimento personale e lavorativo. Faccio un esempio. Il plafond a budget era di mille Euro a dipendente. Abbiamo pensato alle ore di assenza. A chi entrava in prima fascia 500 euro. in seconda 200 euro, alla terza nessun premio. Ebbene tutti hanno raggiunto la prima. E noi abbiamo visto che per una visita medica nessuno stava più a casa tutta la giornata ma tornava al pomeriggio. Il resto del benefit invece lo abbiamo messo per pagare le tasse scolastiche o le mense per i figli. Ma anche per la palestra o la piscina”. Il problema odierno? “magari trovassimo personale specializzato. Non ci sono tornitori o fresatori”.

NEI SERVIZI

Ci sono state aziende che hanno colto l’opportunità del welfare aziendale in occasione del Natale, a conclusione di un anno complicato: “Invece di dare ai nostri collaboratori il classico dono, abbiamo pensato ad una soluzione che potesse fare tutti felici” spiega Donatella Merlo, socia della tipografia F.lli Zampieron di Cadoneghe. L’azienda opera nel settore dei biglietti d’auguri, messo in difficoltà dall’arrivo della pandemia, ma lavora anche con l’estero, in particolare con la Germania: “Realizziamo i menù per molte gelaterie tedesche che da anni sono nostre clienti. I ragazzi che lavorano nella nostra azienda devono essere creativi e noi cerchiamo sempre di creare una situazione familiare di collaborazione, per favorire il loro benessere lavorativo. Nella piattaforma welfare, ognuno di loro ha potuto scegliere ciò che più gli piaceva o gli serviva, anche in negozi di prossimità e non solo nei grandi store. Quando abbiamo presentato questa opportunità, insieme a Confartigianato, è stata accolta con piacere da tutti. Abbiamo avuto gli sgravi fiscali connessi al welfare e abbiamo ulteriormente migliorato il clima aziendale che per noi è fondamentale. Per quanto riguarda la crisi abbiamo avuto un calo del 30% del fatturato ma per fortuna lavoriamo molto con l’estero”.

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