IlSole24Ore – Un’azienda su due pronta a varare bonus e sostegni al reddito



I direttori del personale potenziano gli strumenti di welfare presenti ma puntano anche sui Fringe Benefit, Buoni Carburante e una tantum

 

C’è il contributo una tantum o la liberalità in busta paga. Per qualcuno addirittura una mensilità aggiuntiva. E poi i voucher per l’acquisto di carburante e i fringe benefit che hanno preso un certo slancio dopo che nel decreto Aiuti bis il Governo ha innalzato la soglia di esenzione fiscale a 600 euro. Le misure per sostenere il reddito dei dipendenti prendono forme diverse ed entrano con sempre maggiore forza nelle riflessioni – e nei budget – che quasi un direttore delle risorse umane su due fa per aiutare i lavoratori, adesso che l’inflazione si avvicina al 9%. Se da un lato i rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro dell’ultimo periodo stanno consentendo di recuperare il potere d’acquisto, dall’altro non si può non rilevare che riguardano soprattutto l’industria dove i contratti oggi risultano quasi tutti rinnovati. C’è però una larga parte dei contratti del terziario, dal commercio al turismo, che risultano scaduti da diversi anni ormai.
In questo contesto si moltiplicano le aziende che scendono in campo per sostenere il reddito dei loro lavoratori e a confermare che questo sarà un orientamento piuttosto diffuso in futuro sono gli stessi direttori del personale. Aidp, che il 7 e l’8 ottobre terrà il 51° congresso nazionale a Bologna, ne ha sondati 614, attraverso il suo Centro Ricerche, guidato dal professor Umberto Frigelli. Dalle risposte viene fuori che il 13% delle aziende hanno già deciso misure di sostegno e il 47% sta valutando quali attività avviare. Il 30% circa, invece, non prevede misure di supporto.
Tra le misure individuate, il 44% dei manager dice di aver potenziato gli strumenti di welfare aziendale già presenti, mentre il 37% ha puntato direttamente su misure più dirette come i fringe benefit e i bonus bollette fino al tetto dei 600 euro. Il 29% delle aziende, invece, ha previsto aumenti retributivi stabili in una percentuale che va dal 3% a oltre il 7%. La percentuale più importante degli aumenti retributivi è nella fascia dal 3 al 5 per cento. Per chi non ha previsto misure di sostegno al reddito dei dipendenti, la principale ragione è nei vincoli di bilancio e nelle dinamiche negative di fatturato.
Rispetto all’attuale crisi energetica il 69% dei direttori del personale ha dichiarato che questa non inciderà su eventuali riduzioni del personale, ma c’è un 12% che considera questa eventualità reale e molto probabile. Nelle decisioni di misure straordinarie di sostegno al reddito non sempre si passa dal sindacato. Per il 40% delle aziende si è infatti trattato di decisioni unilaterali e senza coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori.
Così se alla Nordmeccanica, un’azienda piacentina che produce packaging, nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione ha approvato un nuovo bonus carburante di 500 euro per tutti i 250 lavoratori, alla Intrum, società di servizi al credito e asset manager partecipata al 49% da Intesa Sanpaolo, verrà distribuito ai dipendenti un bonus straordinario pro-capite di 600 euro spendibile sulla piattaforma di welfare aziendale dove si potranno acquistare direttamente beni e servizi. Andando indietro di qualche settimana, il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo, la scorsa estate, ha deliberato di erogare in via straordinaria 500 euro, a titolo di liberalità, a favore delle persone del gruppo in Italia e all’estero. Acqua Sant’Anna ha previsto una mensilità aggiuntiva, mentre, a Bergamo, Brembo, così come Radici group, hanno erogato un contributo una tantum di mille euro. La Labomar, società della nutraceutica in provincia di Treviso ha dato un bonus di 700 euro per aiutare i suoi collaboratori ad affrontare i rincari degli ultimi mesi, dalle spese di casa al carburante.
«L’attuale congiuntura e crisi internazionale ha evidenti ricadute sul sistema produttivo, sul lavoro e sul costo della vita delle persone e dei lavoratori del nostro Paese – spiega Matilde Marandola, presidente nazionale di Aidp -. Per queste ragioni è necessario mettere in campo tutte le forze e le energie per contrastarlo. In questo senso anche le aziende e le direzioni delle risorse umane possono svolgere un ruolo importante così come evidenziato dai risultati della nostra indagine . Vanno ridefinite le priorità e un nuovo patto sociale che includa anche il rapporto tra individuo e azienda e che consideri la persona nella sua unicità».
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