IL MATTINO DI PADOVA – Nasce Cordis, un circuito commerciale che dà liquidità e sfida i giganti del web



Rassegna stampa conferenza di presentazione Cordis Community

 

FONTE: “IL MATTINO”, CLAUDIO MALFITANO

“Un baratto 2.0», lo definisce qualcuno. In realtà è un circuito commerciale, tecnologicamente avanzato, che scambiando beni e servizi permette di lasciare più liquidità alle imprese e competere con i giganti del web. È la “Cordis community” presentata ieri mattina a Palazzo Moroni, con il patrocinio delle istituzioni e l’appoggio della associazioni di categoria Ascom, Confesercenti, Appe e Confartigianato. «È un progetto per il territorio che vuole contribuire a riattivare la domanda interna dopo il periodo difficile del Coronavirus», spiega Alberto Fraticelli, il direttore di “Trecuori”, la società spa benefit che ha avviato il progetto.

UNA COMUNITÀ PER IL TERRITORIO

Cordis, in pratica, è una comunità cui possono aderire aziende e privati cittadini, e dove si possono acquistare prodotti e servizi in totale o parziale compensazione tra loro, senza intermediari. Il Cordis è anche una moneta virtuale che va come controvalore un euro. Ogni acquisto si paga per il 65% in euro e per il 35% in Cordis. Quest’ultima parte si gestisce attraverso un sito o un’applicazione che creano un conto corrente, sul modello dell’home banking. È un modello di rete per cui diventa conveniente acquistare all’interno della comunità di Cordis. Così il margine su quello che si vende si trasforma in sconto su quello che si compra.

L’obiettivo è migliorare la liquidità delle imprese, favorendo la circolazione del denaro e trattenendolo all’interno della comunità. Poi iniettare nel mercato nuova capacità di spesa utilizzabile solo all’interno della “Cordis community”, così da essere stimolo ai consumi sul territorio e contrasto ai colossi del web. E infine anche sostenere l’occupazione, perché potendo coinvolgere i dipendenti nella rete rende più sostenibile il costo del lavoro delle aziende. «La logica è quella delle convenienza – prosegue Fraticelli – È inutile continuare a dire che bisogna smettere di comprare dai giganti del web. Bisogna piuttosto trovare una logica diversa per cui diventa più interessante scegliere un produttore locale».

L’INQUADRAMENTO GIURIDICO

«Il Cordis ovviamente non è una moneta a corso legale», spiega l’avvocato Antonio Di Giorgio, che ha seguito l’iniziativa dal punto di vista legale. «Civilisticamente si può avvicinare più a un titolo improprio, come un buono pasto o i punti MilleMiglia – prosegue –Somiglia al baratto ma con una formula atipica». Le aziende che aderiscono alla rete pattuiscono di scambiarsi beni e servizi in una logica di compensazione parziale, asincrona e multi-soggetto. Parziale perché in Cordis si paga il 35% del valore. Asincrona perché il sistema garantisce che acquisto e vendita possano avvenire in momenti diversi. E poi multi-soggetto perché l’acquisto operato all’interno della comunità può essere compensato vendendo ad uno o più soggetti diversi».

OBIETTIVO 1.500 ADESIONI

Da ieri è on line il sito che permette alle aziende di aderire, anche se sarà il 9 novembre l’apertura ufficiale degli scambi. «L’obiettivo è arrivare a 1.500 adesioni entro fine dell’anno», chiarisce Fraticelli. È possibile aderire al progetto per un anno, liberamente prolungabile. E l’uscita dalla community non comporta alcun costo.

L’adesione prevede un contributo una tantum iniziale che è del 3% dell’ampiezza del conto attivato (i cui limite vengono decisi dall’aderente), poi le spese di gestione di 5 Cordis al mese e una commissione di incasso dell’1,9% per il venditore. Chi aderisce attraverso le associazioni di categoria però vede condizioni molto più agevolate. «Ma i partecipanti non dovranno mettere mano al portafoglio perché tutto potrà essere pagato direttamente in Cordis, cioè in propri prodotti o servizi. Così il cerchio si chiude», conclude Fraticelli.”

Il Mattino di Padova

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