Ideato da FRADI Impresa Sociale Srl e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,  ecco il progetto che fa leva sul welfare aziendale grazie alla partnership con TreCuori

 

Presso la sede di Olbia della Camera di Commercio di Sassari, è stato presentato il progetto Community Welfare @Olbia.

Si tratta dell’iniziativa che è stato ideata da FRADI Impresa sociale Srl ed è vincitrice di un finanziamento a valere su: “Welfare di comunità”, promosso da Fondazione ÈbbeneCollegio del Mondo Unito dell’Adriatico e Fondazione di Comunità San Gennaro, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e riservato alle migliori idee imprenditoriali e di prossimità italiane. FRADI è una realtà nata nel 2020 ma animata da professionisti con tanti anni di esperienza nel terzo settore e nello sviluppo locale che sta per entrare a far parte del partenariato del FLAG Nord Sardegna: manca solo la ratifica da parte dell’Assemblea dei Soci.

A presentare il progetto Communiy Welfare @Olbia al primo incontro pubblico, con partner e istituzioni della città, è stato il presidente di FRADI, Francesco Sanna assieme al referente Michele Salis e a tutti gli altri protagonisti dell’impresa sociale.

Il progetto per i prossimi sei mesi avrà come centro operativo la città olbiese con l’obiettivo di creare un sistema di welfare aziendale attraverso la leva del welfare aziendale. I destinatari del percorso sono le imprese con i loro dipendenti e conseguentemente le loro famiglie e tutto il tessuto produttivo della città. Il maggiore benessere generato dovrebbe stimolare la produttività dei lavoratori e creare un circolo virtuoso in cui vincono tutti, dalle imprese che aumentano la loro responsabilità sociale, insita in quella imprenditoriale ma spesso poco emergente, ai lavoratori che potranno usufruire sul territorio di questi benefici, fino agli erogatori dei servizi che si trovano nel territorio.

Come sarà possibile?

L’impresa sociale FRADI ha sistemi di welfare aperto, condivisi e territoriali, nel senso che i lavoratori potranno scegliere gli erogatori di welfare sul territorio e inserirli nei loro piani personalizzati. Piani di welfare e progetto di sviluppo locale.

Con quale strumento?

Lo strumento è la piattaforma sviluppata dal partner di progetto TreCuori, che offre un canale di vendita dei servizi facile e intuitivo.

Per dare qualche numero, l’dea è quella di arrivare a creare 15 piani di welfare aziendale che toccano 375 lavoratrici e lavoratori con le loro rispettive famiglie e un totale di 150 erogatori di servizi sul territorio.

Le attività:

  1. Seminari e webinar per approfondire il tema con formazione per le imprese. Generali o anche specifici;
  2. Sportello welfare. Fornire consulenza personalizzata per impresa, lavoratore ed erogatore;
  3. Creazione dei piani di welfare aziendale;
  4. Creazione e implementazione degli erogatori di welfare territoriale della città di Olbia;
  5. Valutazione progetto;
  6. Restituzione pubblica dei risultati con l’evento finale;

Risultati attesi:

  • Benessere lavoratori e famiglie;
  • Rafforzamento legame tra imprese e lavoratori;
  • Responsabilità sociale imprese;
  • Impatto economico sulla città di Olbia (241.874€ di spesa welfare sul territorio).

Alcuni degli impatti sociali di medio periodo:

  • Aumento conoscenza dei nuovi bisogni dei lavoratori;
  • Inclusione lavorativa di persone con disabilità (art.14 L.68/99).

Cos’è il Welfare aziendale?

A spiegarlo il direttore di FRADI, Dimitri Pibiri: “Il welfare è una situazione win-win“. Vincono tutti perché il welfare è uno strumento che consente alle imprese di erogare compensi che vanno oltre il salario e che possono beneficiare del vantaggio fiscale, non essendo tassati, e potendo essere investiti interamente in servizi utili a seconda dei bisogni e dei desideri dei lavoratori. È meglio di altre premialità e incentivi, fa aumentare benessere e migliora il clima aziendale e conseguentemente la produttività delle imprese. Per farlo serve uno strumento: la piattaforma TreCuori, provider welfare nato nel Veneto e già attivo in questo settore già prima del 2016, come spiega il suo referente Flavio Di Stasio. Si tratta di un modello unico in Italia che può accontentare l’azienda con uno strumento fruibile che sostenga poi tutto il territorio. Ciò che prima erano tasse ora sarà una ricchezza generativa. “Oggi il lavoratore ha bisogno di sostegno al reddito, il rincaro prezzi a cui assistiamo ne ha diminuito il potere d’acquisto: i lavoratori non hanno avuto una integrazione, l’unico strumento oggi può essere questo sistema del welfare“. Siccome ancora questi strumenti sono semi sconosciuti, la cosa fondamentale sarà investire nell’informazione per aiutare il tessuto sociale e questa rappresenta la parte iniziale del processo che FRADI vuole portare avanti.

Dopo la presentazione del progetto spazio alle discussioni, alle domande e alle altre presentazioni dei partner presenti.

Welfare e pesca

Presenti il presidente e vicepresidente del FLAG, Benedetto Sechi e Gavino Soggia, e i rappresentanti del mondo del terzo settore, delle cooperative, gli imprenditori e i referenti dell’Agenzia Aspal della città olbiese.

In particolare, il presidente Sechi ha affrontato il problema dal punto di vista dei pescatori. “Il welfare è uno strumento che può avere un impiego in un settore dove non esiste il welfare, neanche quello di primo tipo. I pescatori quando sono imbarcati se si ammalano o infortunano non vanno in malattia, vengono sbarcati e poi eventualmente reimbarcati senza nessuna certezza. Può sembrare strano che esistano settori così, ma nella pesca c’è un salario convenzionale basso, la busta paga si costituisce con una parte di minimo e una parte legata alla produzione. In questi anni ho provato a far cambiare le cose parlando chi ne aveva il potere ma non ci sono riuscito. Quello che è interessante come FLAG con la nuova programmazione è fare progetti di sviluppo locale dove riuscire a inserire questi elementi. Potremmo, quindi, provare a inserire nelle nostre azioni dei modelli di questo tipo, cerchiamo di capire in che modo aiutare il settore, ma avremo modo di ragionarci insieme“.

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Coinvolte 270 attività del Vicentino da una società benefit trevigiana

 

Oltre 150 mila euro spesi nel Vicentino, per una media di 300 euro per lavoratore. È il risultato raggiunto in poco più di tre anni dai buoni spesa TreCuori, società benefit di Conegliano che in Italia collabora con associazioni di categoria, consulenti e istituzioni nel campo del welfare.

A promuoverli, in provincia, è Confcommercio Vicenza, che li ha proposti ai propri associati come mezzo per far ricadere i soldi del welfare aziendale non sui grandi gruppi commerciali, ma sulle attività del territorio. I buoni possono essere utilizzati nei supermercati, ma per la prima volta anche – tra gli altri – da parrucchieri, pasticcerie, elettricisti, distributori di benzina ed estetiste. Nel vicentino sono oltre 270 le attività che hanno deciso di entrare in questo circuito e nella provincia berica è stato scambiato il 36% dei buoni utilizzati in Veneto, con un incremento del volume gestito per singolo anno passato dal 10% al 20% e al 70%.

Siamo convinti della qualità e della potenzialità del servizio – dichiara Marika Pellizzaro, vicedirettore di Confcommercio Vicenza – per questo abbiamo deciso di abbracciare la visione di TreCuori. Siamo attenti alle esigenze del nostro territori e dei nostri associati e ci siamo impegnati affinché essi possano incassare questi buoni, senza costi e con pagamenti settimanali veloci. La posizione dominante e la forte concorrenza dei grandi players online, unita alle difficoltà economiche aggravate dalla pandemia, stanno minacciando la sopravvivenza dei piccoli commercianti. Il meccanismo dei Buoni Spesa TreCuori va nella direzione giusta e rende felici tutti: le attività locali, i dipendenti delle aziende, il territorio”.

Nel vicentino questo metodo di pagamento ha riscosso successo, tanto che, come spiega il direttore di TreCuori, Alberto Fraticelli, “Il Veneto è stato una delle prime regioni in cui è stata implementata la filosofia di welfare territoriale TreCuori e Vicenza è ad oggi una delle province che conta il maggior numero di esercenti che accettano i nostri Buoni Spesa come metodo di pagamento a livello nazionale, nonché la prima in Veneto. Siamo molto lieti che questo nostro servizio sia stato recepito in maniera così entusiasta”.

Ma chi sono i commercianti che accettano questi buoni? Tra loro ci sono, appunto, negozi di abbigliamento, servizi, alimentari, come “I Macellai” di Vicenza. “Noi abbiamo aderito all’inizio tramite Le Macellerie del Gusto – spiega Emiliano Pozza – e abbiamo alcuni clienti che li utilizzano, anche se non sono molti. Certamente è un modo di far ricadere i soldi del welfare sul territorio, anche se forse è più utilizzato in altre attività”.

Tra i negozi d’abbigliamento è decisamente soddisfatto Mario Ganassin di Sorelle Ramonda. “I buoni stanno andando bene, perché creano un circuito in cui le persone vanno nei negozi che hanno aderito e vengono a comprare qui. È senza commissioni e la procedura d’incasso è semplice. Sarebbe bello che la legge incentivasse questi interventi, togliendo o alzando il tetto di spesa, visto che i buoni vengono spesi nelle impese del territorio”.

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“L’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro accoglie con soddisfazione la decisione del governo di introdurre buoni carburante per contrastare gli effetti economici provocati dal caro-energia e dalla guerra in Ucraina, come da noi sollecitato. L’Ancl ha, quindi, provveduto immediatamente a mettere a disposizione degli associati, delle imprese e dei loro dipendenti, una piattaforma specifica chiamata “TreCuori”, dotata di strumenti di welfare aziendale già attivi e immediatamente disponibili, così da poter usufruire in modo semplice e veloce di queste agevolazioni decisa dal governo”. Lo dichiara il presidente dell’Ancl, Dario Montanaro.

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Roma, 25 marzo 2022 – L’esponenziale incremento dei prezzi dei prodotti energetici è un tema all’ordine del giorno che colpisce tutti: da un lato le imprese, che vedono diminuire la propria marginalità a causa di costi sempre più onerosi e rischiano anche stop produttivi, dall’altro i dipendenti i cui bilanci familiari sono sempre più in bilico. Tutto ciò va ad aggravare una situazione, già critica, imputabile agli effetti della pandemia.

 

Pochi giorni fa, il d.l. 21 marzo 2022, n. 21 contenente “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” è intervenuto predisponendo alcune misure di sostegno, tra cui in particolare: la possibilità per le imprese di offrire ai propri dipendenti in maniera totalmente detassata buoni carburante del valore massimo di 200 euro per ciascun lavoratore e la possibilità per le imprese di ricorrere alla rateizzazione dell’importo di bollette di gas e luce.

Per usufruire dei suddetti incentivi, in modo semplice e veloce, le aziende possono trovare nei Consulenti del Lavoro associati ad ANCL (Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro) dei validi alleati che da oggi dispongono di uno strumento in più: la piattaforma di welfare TreCuori.

Grazie alla Convenzione sottoscritta tra ANCL e TreCuori, i consulenti associati possono offrire alle imprese e ai loro dipendenti una serie di servizi immediatamente disponibili: più di una semplice piattaforma di welfare, ma un centro specializzato di competenze  e strumenti a disposizione di consulenti e aziende per l’attivazione di un welfare aziendale che offre libertà ai lavoratori, accessibilità anche alle PMI, coinvolgimento dei fornitori locali e in questo modo una ricaduta economica nel territorio.

Strumenti di welfare aziendale già attivi e immediatamente disponibili, con un vero e proprio sistema allargato di servizi pensati per fruire dei benefici del welfare (come il bonus carburante appunto) nella maniera più completa possibile: da un Customer Service per i lavoratori basato in Italia con orari ampi, ad un centro di supporto normativo a disposizione.

Con questo Accordo è possibile per i consulenti ANCL avere accesso diretto alla piattaforma e, volendo, avere la possibilità di gestire così l’attivazione dei profili di welfare aziendale richiesti.

Grazie al team di esperti di TreCuori, i consulenti ANCL potranno interfacciarsi con figure continuamente aggiornate in materia di best practices di settore e perfettamente in grado di fornire soluzioni “su misura” delle specifiche richieste. Il tutto, velocizzando anche la stessa attività del consulente, attraverso la predisposizione di servizi che, pur già attivi, possono essere modulati su esigenze ad hoc.

Si riportano così le parole del Presidente ANCL, Dario Montanaro: «Da oggi grazie a questo accordo i consulenti ANCL hanno l’opportunità di essere protagonisti nella gestione dei piani welfare attraverso strumenti e know-how ad alto valore aggiunto che la partnership con TreCuori ci mette a disposizione».

Nelle prossime settimane verranno organizzati dei webinar di approfondimento, per conoscere appieno i servizi e le funzionalità della piattaforma.

Per maggiori informazioni, si può prendere visione della Convenzione già pubblicata sul sito di ANCL, contattare il seguente numero: 0438-095414 o scrivere all’indirizzo e-mail welfare.ancl@trecuori.org.

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“Considerato il periodo di estrema difficoltà anche per le famiglie nell’affrontare bollette e rincari, la M.A.B. deciso di venire incontro ai propri dipendenti erogando 400 euro in welfare a ciascun collaboratore”

 

In questa situazione di estrema difficoltà e incertezza, sia per le aziende sia per i dipendenti, gli imprenditori di Api Lecco Sondrio stanno mostrando estrema vicinanza ai loro lavoratori. Dopo la Ita Spa anche la Mab, Metallurgica Alta Brianza Spa di Lecco, facente parte anch’essa di Steelgroup, ha deciso di erogare un “bonus” di 400 euro per tutti i 70 dipendenti per affrontare i rincari alle stelle delle bollette energia e gas, gli aumenti del carburante e anche dei generi alimentari.

La MAB è un’azienda storica di Lecco, fondata nel 1949, produce barre trafilate a freddo, nell’ultimo anno ha superato gli obiettivi che si era posta: nel 2021, infatti, ha raggiunto 70 mila tonnellate di produzione per un fatturato totale di 77 milioni di euro.

“L’azienda sta andando molto bene – commenta Guido Baggioli direttore generale della MAB – siamo molto contenti dei risultati, quindi considerato il periodo di estrema difficoltà anche per le famiglie nell’affrontare bollette e rincari abbiamo deciso di venire incontro ai nostri dipendenti erogando 400 euro il prossimo mese in welfare”.

“Inoltre, visti gli ottimi risultati dell’azienda, erogheremo con la retribuzione di aprile il massimo importo del premio produttività e redditività previsto dal contratto interno. Imprese come la nostra hanno ancora una dimensione familiare e c’è un rapporto molto stretto con i nostri collaboratori, quindi abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto per stare al loro fianco”.

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TreCuori, società benefit che opera sul mercato del welfare aziendale, ha ideato dei buoni spesa che i dipendenti delle imprese che fanno welfare possono utilizzare per acquistare beni e servizi. La peculiarità? Sono spendibili nei negozi e nelle piccole attività commerciali del proprio territorio, e non solo nelle grandi catene o sui siti di e-commerce.

 

 

buoni spesa, conosciuti comunemente anche come fringe benefit (per saperne di più) sono uno strumento molto importante nel campo del welfare aziendale. Rappresentano infatti una modalità di erogare alcune prestazioni e servizi che le imprese mettono a disposizione dei propri dipendenti.

Questi buoni sono spesso utilizzati per fare acquisti nelle grandi catene di supermercati, su piattaforme online (come Amazon o Ebay) o per fare rifornimento nei più diffusi distributori di benzina. Raramente riescono invece a creare un circuito virtuoso con il territorio, coinvolgendo le attività e i piccoli esercenti locali.

Allo scopo di valorizzare il loro potenziale a livello locale TreCuori, società benefit che opera sul mercato del welfare aziendale ha deciso di creare dei buoni spendibili presso attività commerciali e servizi di prossimità che possono incassarli in maniera molto semplice e ricevendo il pagamento in tempi brevi.

I Buoni TreCuori per il territorio

In questa direzione, attraverso i suoi buoni, TreCuori ha scelto di formulare un’offerta che non punta solo sui grandi player internazionali ma valorizza le piccole realtà del territorio. Come ci ha spiegato Alberto Fraticelli, co-Fondatore e Direttore di TreCuori, “data la natura dello strumento, tra i fornitori di beni e servizi non ci sono solo distributori di carburante e supermercati, ma ce ne sono di tutti i tipi, come piccole attività commerciali, organizzazioni non profit, artigiani, professionisti, ecc”.

Anche se, come ha affermato Fraticelli, la maggior parte dei buoni utilizzati dai dipendenti finiscono in supermercati e per il pieno dell’auto – confermando una tendenza già riscontrata in altre occasioni – il sistema incentiva l’acquisto anche verso piccole realtà commerciali (mercerie, fiorai, panetterie, macellerie, edicole), artigianali (parrucchiere, estetista, idraulici) e professionali (commercialisti, avvocati). Come spiegato in questo video, i buoni sono infatti spendibili in tutte queste attività, senza che esse siano preventivamente registrate nella piattaforma TreCuori.

“Ma anche per quanto riguarda i distributori di benzina e i supermercati” spiega Fraticelli “con i Buoni TreCuori abbiamo voluto valorizzare i piccoli proprietari e non le grandi catene. Nel nostro circuito di buoni ci sono soprattutto realtà locali che hanno un rapporto privilegiato con il territorio. E quando c’è un brand nazionale è perché quel singolo punto vendita è di proprietà di un piccolo imprenditore locale, come succede nella distribuzione organizzata o nel franchising”.

In questo modo, dicono a TreCuori, l’investimento fatto dalle imprese nell’ambito del welfare aziendale resta all’interno del territorio e produce una ricaduta positiva per l’economia sociale. “Sempre più imprese”, spiega Fraticelli, “vedono in questo tipo di buoni un modo per mettere in pratica un’iniziativa concreta e misurabile di sostenibilità economica e sociale”.

…continua la lettura dell’articolo direttamente sul sito di Secondo Welfare!

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CONTRIBUTO UNA TANTUM PER FAR FRONTE AI RINCARI DI QUESTO PERIODO

 

Gli aumenti vertiginosi delle bollette energia e del gas stanno pesando sulle aziende e sulle famiglie in modo drastico e purtroppo, visti anche i fatti di cronaca odierni, non scenderanno nel breve periodo. Per cercare di aiutare i propri dipendenti Andrea Beri, amministratore delegato della Ita Spa di Calolziocorte e consigliere di Api Lecco Sondrio, ha deciso di erogare un “Bonus energia” per i propri lavoratori: 250 euro una tantum per far fronte ai rincari di questo periodo.

Ita Spa: 250 euro di “Bonus energia” per i suoi dipendenti

La holding di cui Ita Spa fa parte autoproduce energia elettrica tramite un impianto di cogenerazione, in un anno l’impresa di Calolziocorte consuma 60 gigawattora di energia e ne autoproduce 25. L’energia autoprodotta che avanza viene venduta e il ricavato, al netto dei costi, viene destinato ai 128 dipendenti per il “Bonus energia”. Quest’ultima iniziativa va ad aggiungersi al welfare aziendale che la Ita Spa eroga normalmente ai suoi lavoratori tramite la piattaforma TreCuori.

Andrea Beri

Stiamo vivendo un periodo di forti tensioni economiche e di grande impatto sociale – spiega Andrea Beri – il sistema di autoproduzione di energia nella nostra azienda ha portato dei benefici e quindi ho deciso di venire incontro ai miei dipendenti con il “Bonus energia”, così potranno usufruire anche loro di questi vantaggi portati dal nostro impianto. So bene che 250 euro non sono la soluzione, ma sono qualcosa nel deserto. Purtroppo temo che i prezzi di energia e gas non scenderanno nemmeno ad aprile e vedo che le iniziative attuali del Governo non sono risolutive, con questa iniziativa ho cercato di venire incontro ai miei dipendenti in un momento difficile per tutti”.
Il “Bonus energia” non è una novità per la famiglia Beri che qualche settimana fa ha già presentato nell’altra azienda di proprietà in Veneto, la CB trafilati acciai: “Sì, l’iniziativa è stata accolta con molto favore, avviene con lo stesso medesimo meccanismo che attueremo alla Ita”, conclude Andrea Beri.

L’azienda

L’azienda viene fondata nel 1956 a Calolziocorte, fa parte di Steelgroup Italy Holding, come le altre aziende CB trafilati acciai e F.A.R. SpA, industrie specializzate nella lavorazione di fili in acciaio e trefoli che occupano in totale 270 persone.

Lo spirito imprenditoriale della famiglia Beri è l’essenza stessa dell’azienda che si distingue per l’orientamento alla “qualità totale” che rappresenta la base della sua strategia aziendale.
Oggi I.T.A. SpA è una realtà tra le più dinamiche del settore, con costanti investimenti in ricerca e sviluppo volti alla massima soddisfazione del cliente per la fornitura di fili d’acciaio trafilati lucidi e zincati per armatura di cavi energia e telecomunicazioni, funi di sollevamento, funi per trasporto persone, funi pesca, applicazioni off-shore Oil & Gas, mining, armatura di rinforzo tubi, trasmissioni e produzione di molle e particolari piegati per il settore automobilistico e per la meccanica in generale.

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Gli aumenti vertiginosi delle bollette energia e del gas stanno pesando sulle aziende e sulle famiglie in modo drastico e purtroppo, visti anche i fatti di cronaca odierni, non scenderanno nel breve periodo. Per cercare di aiutare i propri dipendenti Andrea Beri, amministratore delegato della Ita Spa di Calolziocorte e consigliere di Api Lecco Sondrio, ha deciso di erogare un “Bonus energia” per i propri lavoratori: 250 euro una tantum per far fronte ai rincari di questo periodo.

La holding di cui Ita Spa fa parte autoproduce energia elettrica tramite un impianto di cogenerazione, in un anno l’impresa di Calolziocorte consuma 60 gigawatt/ora di energia e ne autoproduce 25. L’energia autoprodotta che avanza viene venduta e il ricavato, al netto dei costi, viene destinato ai 128 dipendenti per il “Bonus energia”. Quest’ultima iniziativa va ad aggiungersi al welfare aziendale che la Ita Spa eroga normalmente ai suoi lavoratori tramite la piattaforma TreCuori.

Stiamo vivendo un periodo di forti tensioni economiche e di grande impatto– spiega Andrea Beri– il sistema di autoproduzione di energia nella nostra azienda ha portato dei benefici e quindi ho deciso di venire incontro ai miei dipendenti con il “Bonus energia”, così potranno usufruire anche loro di questi vantaggi portati dal nostro impianto. So bene che 250 euro non sono la soluzione, ma sono qualcosa nel deserto. Purtroppo temo che i prezzi di energia e gas non scenderanno nemmeno ad aprile e vedo che le iniziative attuali del Governo non sono risolutive, con questa iniziativa ho cercato di venire incontro ai miei dipendenti in un momento difficile da affrontare per tutti”.

Il “Bonus energia” non è una novità per la famiglia Beri che qualche settimana fa ha già presentato nell’altra azienda di proprietà in Veneto, la CB trafilati acciai: “Sì, l’iniziativa è stata accolta con molto favore, avviene con lo stesso medesimo meccanismo che attueremo alla Ita”, conclude Andrea Beri.

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Ita SpA – Scheda azienda
L’azienda viene fondata nel 1956 a Calolziocorte, fa parte di Steelgroup Italy Holding, come le altre aziende CB trafilati acciaio e F.A.R. SpA, industrie specializzate nella lavorazione di fili in acciaio e trefoli che occupano in totale 270 persone.
Lo spirito imprenditoriale della famiglia Beri è l’essenza stessa dell’azienda che si distingue per l’orientamento alla “qualità totale” che rappresenta la base della sua strategia aziendale.
Oggi I.T.A. SpA è una realtà tra le più dinamiche del settore, con costanti investimenti in ricerca e sviluppo volti alla massima soddisfazione del cliente per la fornitura di fili d’acciaio trafilati lucidi e zincati per armatura di cavi energia e telecomunicazioni, funi di sollevamento, funi per trasporto persone, funi pesca, applicazioni off-shore Oil & Gas, mining, armatura di rinforzo tubi, trasmissioni e produzione di molle e particolari piegati per il settore automobilistico e per la meccanica in generale.

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Solo tra dicembre e gennaio sono stati erogati dalle imprese venete oltre 100mila euro di buoni TreCuori che avranno ricadute nell’economia locale

 

TreCuori ha già distribuito ai lavoratori italiani Buoni Spesa TreCuori per quasi 1 milione di euro, di questi circa 338mila euro sono stati incassati da circa 500 attività locali della Regione Veneto, per un importo medio di circa 2.000 euro. Alcune hanno registrato degli incassi anche molto consistenti (una ventina hanno incassato più di 10.000 euro cadauna). Solo tra dicembre e gennaio sono stati erogati oltre 100mila euro di buoni spesa TreCuori: una iniezione di risorse che ha già iniziato ad avere ricadute dirette nell’economia locale e continuerà ad averne nelle prossime settimane.

La scelta dei buoni TreCuori, da parte delle aziende, nasce dalla fiducia nella grande esperienza maturata dalla società di Conegliano, riconosciuta come player nazionale in tema di welfare aziendale e marketing sociale. TreCuori è infatti una società benefit che ha per missione nello statuto quella di difendere, sostenere e sviluppare l’economia dei territori.

I buoni spesa TreCuori distribuiti a fine anno, permettono di raggiungere due obiettivi contemporaneamente: da un lato quello di riconoscere l’impegno di dipendenti e collaboratori che non è mai mancato anche nel prolungarsi della situazione pandemica; dall’altro far sì che questo investimento fatto dalle aziende possa rimanere all’interno del territorio producendo una ricaduta positiva per l’economia locale, cosa che non accadrebbe con i buoni regalo dei grandi player internazionali. Ed è proprio questo che sta accadendo in queste settimane.

Per questo, non avendo potuto organizzare la consueta festa natalizia per rispettare le misure prudenziali sanitarie, molte imprese venete si sono aggiunte alle oltre 280 che avevano già deciso di riconoscere ai propri dipendenti un bonus (del valore medio di circa 300 euro) che ha, come ulteriore effetto positivo, quello di sostenere le imprese locali.

Sono migliaia le attività che già conoscono ed incassano i Buoni TreCuori in tutta Italia, di cui oltre 700 in tutto il Veneto, un numero che potrà aumentare in funzione delle scelte dei lavoratori o delle attività stesse, anche grazie alle associazioni di categoria quali Ascom ConfcommercioConfartigianato e Confesercenti che si sono attivate e impegnate per contribuire alla crescita di questa rete e permettere ai loro associati di incassare questi buoni, senza che debbano sostenere alcun costo e con pagamenti settimanali molto veloci.

Le tipologie di attività locali che incassano i buoni TreCuori sono estremamente variegate: oltre alle tipologie più tradizionali – quali supermercati, distributori di carburante, ecc. – ve ne sono tante sia nell’ambito commerciale (mercerie, fiorai, panettieri, ecc.) che artigianale (parrucchiere, estetiste, idraulici, ecc.) e professionali. Tutte queste non avevano mai avuto accesso ad uno strumento di questo tipo e non erano mai state coinvolte nel circolo virtuoso del Welfare Aziendale Territoriale.

 

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Con TreCuori lanciato un sistema di accordo interno aziendale che offre buoni spesa per attività di vicinato

 

Sostenibilità sociale, economia circolare e attenzione al proprio territorio: sono tre sensibilità che fanno parte ormai delle priorità di molte aziende venete. E spesso uno degli strumenti più utilizzati è quello del welfare aziendale, messo in campo non solo per il benessere dei dipendenti ma anche per attivare circuiti virtuosi che abbiano ricadute concrete sulla comunità che attornia l’impresa.

E così sono molte anche le aziende vicentine, assicura una nota, che «non potendo organizzare la consueta festa natalizia per rispettare le misure prudenziali sanitarie si sono aggiunte alle oltre 280 che avevano già deciso di riconoscere ai propri dipendenti un bonus (del valore medio di circa 300 euro) che ha, come ulteriore effetto positivo, quello di sostenere le imprese locali: si tratta dei Buoni TreCuori – lanciati da una Società Benefit di Conegliano – che possono essere spesi nelle attività di prossimità quali negozi, artigiani, professionisti, enti, associazioni».

700 IMPRESE COINVOLTE

«Sono infatti migliaia le attività che già conoscono ed incassano questo tipo di buono in tutta Italia – aggiunge la nota – e di queste oltre 700 in tutto il Veneto. Ma il numero potrà aumentare in funzione delle scelte dei lavoratori o delle attività stesse, anche grazie alle associazioni di categoria quali Ascom Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti che si sono attivate e impegnate per contribuire alla crescita di questo rete e permettere ai loro associati di incassare questi buoni, senza che debbano sostenere alcun costo e con pagamenti settimanali molto veloci.

MOLTE POSSIBILITÀ

Le tipologie di attività locali che incassano i buoni TreCuori vanno da tradizionali supermercati, distributori di carburante, o attività commerciali e artigianali (mercerie, fiorai, panettieri, parrucchiere, estetiste, idraulici, ecc.) ma anche professionali. «Tutte queste non avevano mai avuto accesso ad uno strumento di questo tipo e non erano mai state coinvolte nel circolo virtuoso del Welfare Aziendale Territoriale. TreCuori ha già distribuito ai lavoratori italiani Buoni Spesa TreCuori per quasi 1 milione di euro, di questi circa 338mila euro sono stati incassati da circa 500 attività locali della Regione Veneto, per un importo medio di circa 2.000 euro» anche se c’è chi è arrivato a 10 mila.

«Solo tra dicembre e gennaio sono stati erogati oltre 100mila euro di buoni spesa TreCuori: una iniezione di risorse che ha già iniziato ad avere ricadute dirette nell’economia locale e continuerà ad averne nelle prossime settimane. Il Natale è passato, ma i suoi effetti benefici continuano».

 

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