CHARTABIANCA – LAVORO E INNOVAZIONE: IN SARDEGNA NASCE «FRADI», PRIMA START-UP SOCIALE DEDICATA AL WELFARE AZIENDALE



Si chiama “Fradi” ed è la prima, e finora unica in Sardegna, start-up sociale che si occupa di welfare aziendale. Il nome richiama i termini di “fratello” e “fratellanza” e l’obiettivo è offrire un insieme di servizi che metta in relazione il benessere del lavoratore, l’interesse dell’impresa e la creazione di una rete a sostegno del territorio. Attraverso i servizi di “Fradi”, il datore di lavoro può erogare i premi di produzione (solitamente riconosciuti in denaro ai dipendenti) sotto forma di benefit.

La start-up ha sede a Olbia ma opera in tutta l’Isola “perché mai come nel periodo di pandemia che si sta vivendo c’è una forte esigenza di avere nuovi e più efficaci servizi di assistenza con una nuova visione del welfare, non più a ciclo chiuso che inizia e finisce, ma come opportunità per creare un cambiamento strutturale e di percezione nelle persone”, sostiene Francesco Sanna, presidente della società ed esperto in sviluppo locale e nel supporto alle imprese per l’accesso al credito e alla finanza. Sanna è anche presidente di Fidicoop Sardegna, il maggiore consorzio fidi isolano del sistema cooperativo.
Fanno parte della squadra di “Fradi” anche Dimitri Pibiri (imprenditore sociale e ideatore di servizi per la famiglia e di conciliazione famiglia-lavoro), Efreem Carta (consulente per le aziende in materia di sicurezza sul lavoro e progettista in ambito welfare) e Rossana Salis (imprenditrice sociale e pedagogista clinica).

GLI EFFETTI DEL COVID

Partendo da questi cambiamenti, dagli effetti devastanti del Covid, e con l’obiettivo della promozione, sviluppo e realizzazione di interventi di innovazione sul territorio che mettano al centro la persona, la famiglia e il loro sistema di relazioni, è nata in Sardegna la prima start-up sociale che coinvolge i soggetti interessati con l’obiettivo di generare cambiamenti profondi nell’economia e nelle comunità.

OBIETTIVI

“Fradi -, sottolinea Sanna al notiziario Chartabianca – è animata dalla volontà dei dirigenti e imprenditori soci di svilupparsi nel tema del cosiddetto welfare di secondo livello, mai così determinante in questo momento di crisi dove diminuiscono le risorse pubbliche, aumentano i fabbisogni delle persone e cresce la necessità di creare nuovi progetti che mettano insieme tutte le varie componenti pubbliche e private, territorio e comunità”. Un’attività che si pone in linea con il trend che sta emergendo con sempre più forza nel tessuto economico locale, dove i lavoratori che spendono in welfare nel proprio territorio lo aiutano a crescere anche in una situazione difficile come quella attuale. In questo quadro “il welfare aziendale migliora anche il clima all’interno delle imprese – spiega Sanna – ma anche il rapporto datore di lavoro-azienda, con un riflesso positivo per l’aumento della produttività“.

COME FUNZIONA

Nel dettaglio, si tratta della possibilità per il datore di lavoro di erogare i premi di produzione sotto forma di benefit. Il datore decide di erogare i premi di produzione in welfare consentendo al dipendente di avere una sorta di ‘portafogli’ su una piattaforma, in questo caso la “Tre Cuori”, attraverso cui accedere a una serie di opportunità. Le opzioni sono i servizi primari come i classici buoni spesa, l’asilo nido o la badante per anziani, ma si arriva ai centri estivi per i ragazzi, viaggi-vacanza, sedute per la cura della persona o pagamento di pay-tv, perché “il welfare aziendale si basa, sì, sui bisogni ma anche sui desideri dei lavoratori”, aggiunge ancora Sanna. Insomma, “ciascun lavoratore può scegliere il suo supermercato, dentista o estetista di fiducia e in questa elasticità nella scelta del fornitore si innesca un meccanismo economico che, ora più che mai, può realizzare una vera rete di sviluppo locale – aggiunge – proprio perché il lavoratore solitamente sceglie di spendere quel benefit sul territorio nel quale vive”.

VANTAGGI PER L’AZIENDA E IL LAVORATORE

Oltre che contribuire allo sviluppo territoriale e dei servizi, questo tipo di welfare può essere anche economicamente vantaggioso per l’azienda che “convertendo il premio produzione in welfare aziendale risparmia mediamente quel 30-40% che avrebbe perso in oneri fiscali e contributivi” e per il lavoratore “che guadagna quella stessa percentuale in potere d’acquisto su servizi”.

COME ACCEDERE

“Molte aziende ci stanno contattando per accedere al servizio – sottolinea Sanna – noi ci occupiamo della consulenza all’impresa e ai lavoratori, assistiamo l’impresa nella predisposizione del piano di welfare e del regolamento e mettiamo in campo la piattaforma digitale “TreCuori” dove avvengono tutte le transazioni sulla spesa dei lavoratori“. In sostanza, l’azienda che decide di convertire il premio produzione in welfare aziendale, contattando “Fradi” (https://fradisrl.it/), assegna il quantitativo economico del lavoratore alla piattaforma. Qui ogni lavoratore può accedere al suo salvadanaio e soddisfare le sue esigenze, anche estendendo il suo welfare a tutto il nucleo familiare, compresi suoceri e nuore.

L’INTERESSE DEI COMUNI

Un sistema che si sta diffondendo anche in ambito pubblico. “Stiamo riscontrando una fortissima apertura proprio dal sistema dell’amministrazioni pubbliche come i Comuni – conferma Sanna – perché questo concetto di ‘benessere’ del lavoratore torna a essere il punto centrale. Le ripercussioni positive contagiano anche il territorio circostante creando una connessione che è, alla fine, un’azione vera e propria di sviluppo locale”.

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